martedì 11 novembre 2025

Reportage di Ilenia Polimeno

I prati di Kore

Il 30 aprile si è svolta la quarta e ultima uscita del percorso disciplinare: Voci e volti della città. Siamo tornati al “castello di Ruggero il Normanno”, che qui eresse una turris testimoniata dal cronista Goffredo Malaterra, lo storico di Ruggero II d’Altavilla, padrone dei nostri territori, già devastati da invasioni arabe, ove ammirò l’antica Hipponion, dispersa in rovine, e la nuova città cristiana Vibona.
Il Gran Conte di Sicilia e Calabria volle la sua capitale a Mileto, distrutta dal terremoto del 1783 che però non abbatté Monteleone, i cui abitanti non erano molto grati al conte poiché li defraudò del Vescovado (che ha sede appunto a Mileto, mentre prima apparteneva a Vibona). Essi lo maledissero e in una delle tante leggende popolari se lo immaginano incatenato ad una maledizione che ripete ciclicamente: Ruggero cerca la salvezza dai saraceni andando verso la spelonca di Bivona sul dorso del suo cavallo, ma il destriero non obbedisce al normanno riportandolo indietro al castello.
Abbiamo parlato con la prof. anche dei duchi Pignatelli (nobile ducato napoletano) e dei Sette Martiri (coloro che si opposero a questi ultimi), trucidati per la rivolta, fatti decapitare ed esposte le loro teste sui merli del castello (destino di chi fa una congiura contro il tiranno, che come sempre si vendicava decapitandoli o impiccandoli e facendo assistere al popolo tutto questo). Alla decapitazione dei martiri assistette Diana Recco, che era una bambina quando accadde tutto, e aspettò dieci anni per vendicare la morte di due dei sette martiri (di cui uno fratello e l'altro padre). Damigella di corte, al matrimonio della figlia del barone Lo Tufo estrae un pugnale e uccide colui che aveva ordinato la decapitazione dei congiunti. Successivamente abbiamo trattato lo spazio dedicato a “I prati di Kore”, dedicato alle storie di antiche donne vibonesi. Qui si trovano diverse teche che raccontano miti su vasi e reperti che appartengono al museo, tra cui il busto di una donna bellissima con una capigliatura molto particolare. Molti di quei vasi con disegni affrescati venivano dati in dono agli dei. Questa visita mi è piaciuta particolarmente poiché trattava proprio di donne. L’argomento che mi ha colpito di più è stato la storia di Diana Recco.

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