martedì 21 ottobre 2025

Reportage di Nicola Purita

I prati di Kore

Il 30 aprile, accompagnati dalla professoressa Preta, abbiamo visitato la Mostra “I prati di Kore”. Questa uscita ha rappresentato l’ultima fase del progetto Voci e volti della città. Abbiamo prima sostato nel cortile del nostro liceo, dove ad aspettarci c’era l’amatissimo divulgatore scientifico Ivan Fiorillo, che ci ha accompagnato nella visita.
Prima di partire, abbiamo fatto la foto di rito sotto il portico per avviare il nostro viaggio culturale in direzione del castello normanno, che occupa il colle che fu l’acropoli di Hipponion. Appena arrivati, ci siamo seduti in circolo sul prato antistante la struttura dove la professoressa ha tenuto un briefing, parlandoci del mito di Kore e della storia della costruzione del castello.
La prof. ci ha recitato inoltre una sua poesia contenuta in uno dei suoi libri, che tratta la leggenda di Diana Recco. Dopo l’insediamento proditorio dei Duchi Pignatelli, i nobili monteleonesi, in segno di protesta, si trasferirono a Tropea, città libera da gioghi feudali.
8 maggio 1508: all’alba sette teste umane sono esposte dai merli del castello e i loro corpi mutilati e torturati penzolano dalle mura. Sono i Sette Martiri: Giovanni e Ortensio Recco, G. Battista Capialbi, Domenico Milana, Francesco D’Alessandria, Sante Noplari, Tolomeo Ramolo. Ogni notte dell’8 giugno fino al giorno in cui i martiri non saranno vendicati, scenderà dal castello, per percorrere le vie della città, un cavallo bianco che lancia terrificanti nitriti e sprigiona faville dagli zoccoli. Diana Recco, sorella e figlia di due martiri, all’epoca dell’eccidio aveva 12 anni, essendo nata nel 1498, e dopo il fatto tragico, emigrò con il resto della famiglia a Tropea. Arrivò il momento della vendetta: donna Caterina Recco, la madre, con la complicità di alcuni nobili monteleonesi trapiantati a Tropea, fece invitare la figlia al seguito di Joannes Baptiste Spinellus, firmatario, insieme al Barone Lo Tufo, delle Gratiae atque privilegia concessi alla città di Monteleone da Ettore Pignatelli il 13 marzo 1504, cioè quattro anni prima della strage, e mal graditi agli oligarchi. Durante i festeggiamenti per le nozze di Maddalena Lo Tufo, Diana, poco più che ventenne, uccise con il pugnale Giovanni Lo Tufo nel palazzo baronale di Lavello in Lucania.
La Mostra “I Prati di Kore” presenta reperti inediti, conservati nei depositi del Museo o frutto di scoperte recenti. Essa nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Calabria e il Polo per l’Innovazione.
Se la società greca antica fu maschilista, furono però le donne, e non gli uomini, a rappresentare al meglio l’intera, attraverso i loro sentimenti. E lo vediamo dal mito o dalle tragedie greche, in cui i personaggi femminili danno volto alle mille sfaccettature del pensiero e dell’agire umano.
Ammirata la bella esposizione di statuette, busti, vasi e monete, sulla loggia d’ingresso abbiamo scattato una foto con il libro della professoressa in mano a Ivan.
Che giornata interessante è stata questa! Ci ha aiutato a capire ancora di più la storia della nostra città, grazie alla donna antica. Di solito si dà importanza all’uomo, all’eroe forte e potente, e non si tiene in conto che esso può essere sovrastato dalla furbizia e dall’astuzia di una donna!

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