giovedì 7 agosto 2025

Spiagge calabresi, scoperte nuove specie animali: la regione in cima alle classifiche mondiali

Spiccano Catanzaro e Le Castella per varietà e ricchezza. A Pizzo identificati esemplari rari

Diciamo “spiaggia” e pensiamo alle vacanze, al sole da prendere e ai tuffi nell’acqua. Invece “spiaggia” è anche sinonimo di ricerca scientifica, e proprio in queste settimane ci giunge notizia di scoperte eclatanti compiute sulle abbondanti coste calabresi. Si parla di dati che in un baleno ci hanno fatto schizzare in testa alle classifiche planetarie. È accaduto grazie a uno studio pubblicato da Mary Antonio Donatello Todaro (dipartimento di Scienze della Vita presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, National Biodiversity Future Center di Palermo) e Christian Rebecchi (dipartimento di Scienze della Vita presso l’Università di Modena e Reggio Emilia). Il paper è comparso su Biologia Marina Mediterranea, rivista della Società Italiana di Biologia Marina.


A “caccia” di gastrotrichi

Al centro dell’indagine, microscopici (in senso stretto) animali acquatici. Sono comuni fra i sedimenti e i detriti di fondo nelle acque dolci e salate. In particolare nelle sabbie costiere e lungo il confine che separa le alte dalle basse maree. Si chiamano gastrotrichi e vanno ghiotti di alghe, batteri e altri organismi a noi invisibili. Dalla forma variabile, è curioso notare che nelle femmine mature le uova possono raggiungere le dimensioni di circa un terzo o la metà dell’intero corpo. Deformandolo quindi notevolmente. Globalmente ne sono note più o meno 525 specie, almeno 160 delle quali rinvenute pure in Italia.

Nel 1954 vi furono tre segnalazioni che ne identificarono alcune in Calabria, seguite da analisi sporadiche avvenute soprattutto attorno alla metà degli anni Novanta; finora risultavano così presenti in regione soltanto 17 specie, con poche e disomogeneamente dislocate località investigate. I due scienziati hanno perciò deciso di mettersi in gioco nel settembre 2021, con l’obiettivo dichiarato di migliorare le conoscenze faunistiche calabresi. Attenzionando il golfo di Squillace per il mar Ionio e il golfo di Sant’Eufemia per il mar Tirreno, hanno ottenuto risultati oltremodo salienti.


I primati della Calabria

Per due settimane Todaro e Rebecchi si sono spostati tra sette spiagge ioniche (Cropani Marina, Sellia Marina, Le Castella, Praialonga, Soverato, Doganieri e Belcastro) e due tirreniche (Curinga e Pizzo Calabro), prelevando manualmente un paio di litri di sabbia, per il mezzo di barattoli in plastica, dalla zona costiera fino a un massimo di 6 metri sommersi. Tale sabbia, a sentire l’esame granulometrico del sedimento, oscillava tra un livello medio e uno grossolano. Un termometro e un rifrattometro digitale hanno consentito di misurare la temperatura e la salinità del liquido, e successivamente i campioni sono stati trasferiti nel laboratorio da campo. Uno o due giorni si sono mostrati necessari per processarli: per estrarre gli animali dai granelli si è adoperata una soluzione narcotica, utile per separare i componenti sfruttando la forza di gravità. Gli esemplari sono infine stati montati su vetrino al fine di essere studiati in vivo; identificatili, i ricercatori hanno conservato diversi di loro per future indagini di genetica molecolare. E la sorpresa delle conclusioni non li ha che meravigliati.

Ben 41 specie di gastrotrichi sono state rintracciate, con una media di 11 e mezza per località (38 sullo Ionio, 15 sul Tirreno). La fotocamera digitale ad alta risoluzione, di cui era dotato il microscopio, ha documentato questa fauna con 3.000 fotografie, prossimamente rese disponibili dagli autori. Se vogliamo passare ai primati registrati, non taceremo di Contrada Doganieri a Catanzaro, la più ricca con 18 specie, seguita da Le Castella di Isola Capo Rizzuto, con 17: valori che rientrano in assoluto nei più elevati al mondo, spiegabili ponendoli in relazione con la sabbia pulita a granulometria fine, la più idonea alla vita di siffatti esseri. Per la maggior parte, nel complesso, si ha a che fare con specie già note in Italia, non tuttavia nella regione calabrese, per cui il 59% di esse specie sono da ritenersi una novità. Persino alcuni generi, categoria tassinomica superiore alla specie, erano del tutto inediti a queste latitudini.


Specie sconosciute alla scienza?

Lo stupore non finisce qui. A Pizzo si è scoperta la presenza dei rari Diplodasys minor (segnalato nell’Atlantico nord-orientale e nel mar Nero, oltreché nel Mediterraneo) e Urodasys viviparus (segnalato nell’oceano Indiano e nell’Atlantico, oltreché nel Mediterraneo), entrambi tipici degli ambienti marini e del clima subtropicale. Mentre sull’altro versante è spiccato Chaetonotus variosquamatus, anch’esso tipicamente marino ma di clima temperato, particolarmente interessante per la comunità scientifica. Di concerto, si attendono conferme su talune unità apparentemente appartenenti a specie ancora ignote; non sarà tuttavia dirimente per la straordinarietà del paper, che classifica la Calabria come una fra le regioni italiane meglio conosciute nel settore. Un aggiornamento imprescindibile di cui anche le guide turistiche dovranno far tesoro.

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