Con la guida della docente Titti Preta, gli studenti ne hanno conosciuto la storia e il mito

Se avete a che fare quotidianamente con studenti liceali, adolescenti nel clou della formazione umana e spirituale, lo sapete benissimo: ogni volta bisogna inventarsene di tutti i colori per intercettare la loro disponibilità all’ascolto e all’apprendimento. La creatività è un’arte per chi li istruisce, e la bottega è la strada, da accarezzare e consumare vivendola e facendola vivere.
La scuola fuori dalla scuola
Nei giorni appena trascorsi Maria Concetta Preta, docente di lungo corso al Liceo Classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia, si è esibita in una performance di propria ideazione, la passeggiata letteraria “Cercando la ninfa Scrimbia”. L’appuntamento è occorso in occasione della nona Giornata Nazionale Ama (Atlante Monumenti Adottati), indetta dalla Fondazione Napoli Novantanove per il progetto “La scuola adotta un monumento”, e della campagna alla quindicesima edizione “Il Maggio dei Libri”, istituita dal Centro per il Libro e La Lettura. Le ragazze e i ragazzi della 1^ B e della 4^ E quadriennale hanno vestito i panni dei “Monuments Boys & Girls”, simbolicamente incaricati di prendersi cura a pro’ di un luogo culturale nei pressi dell’istituto.
Accompagnati dalla professoressa Stellina Cosentini e dalle socie e soci dell’Associazione Socio-Culturale Vibo Valentia Città antica-Storia e società, quest’anno è toccato alla Fontana Scrimbia, versante in condizioni di grave degrado e per le condizioni atmosferiche cui è stata soggetta e per l’incuria vibonese disinteressata al patrimonio. La direttrice artistica dell’evento ha proposto al pubblico un percorso tratto dal ciclo narrativo che ha voluto dedicare alla città nei panni di scrittrice, trilogia composta dai gialli “Il segreto della ninfa Scrimbia”, “L’ombra di Diana. Ispirato alla leggenda di Diana Recco (sec. XVI)” e “Il sigillo della dea Pàndina”. Tra aneddoti, curiosità, letture e narrazioni, la lezione itinerante ha trovato fondamento nello studio epigrafico e documentario “Scrimbia. Tra storia, mito, fiaba e poesia”, edito dall’autrice per fornire un sostegno erudito e antiquario al mito della naiade (ninfa equorea) hipponiate.
Un viaggio sulle orme dell’acqua
Ciascuna tappa del tour ha ricalcato le tracce che l’acqua, un tempo limpidamente sgorgante in copiosi effluvi dall’altura del Còfino, ha lasciato in pieno centro storico; la voce narrante ha animato il laboratorio rivelando le “fonti” di ispirazione per il racconto “L’enigma della fontana scomparsa”, adattamento in chiave didattica del suo romanzo più fortunato e premiato, con note di approfondimento ed esercizi di verifica. È il “Progetto Scrimbia”, da lei avviato oramai più di dieci anni da oggi, il quale con l’uso di disparate tecniche comunicative assolve il compito di destare quel torpore culturale che allieta i sonni di una comunità in letargo.
Dall’inaugurazione al Battistero paleocristiano, il gruppo si è mosso verso gli interni del Duomo di Santa Maria Maggiore e San Leoluca; l’apogeo si è raggiunto con la stenditura dei drappi istituzionali di fronte all’antica sorgente monteleonese, concludendo infine con una visita al chiostro del già Convento domenicano.
Far parlare i monumenti
Filo conduttore del pomeriggio è stato il motto “I luoghi vanno narrati”, leitmotiv di Titti Preta: da soli non parlano alla maggioranza, è necessario far da tramite dotandoli di linguaggio. La memoria collettiva non può essere di parte, perché espressione di un’identità civile e sociale. Eppure «qui la gente è ignara e dimentica del proprio passato, sono pochissimi i cultori della Storia», si legge nel suo mystery archeologico su Scrimbia, «che abbandono il patrimonio artistico! I vibonesi sono piuttosto pigri negli studi». Sentenza valida nel 2012, e forse ancor più vera adesso.
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