domenica 15 giugno 2025

Musica, quando l’estate era vibonese: “Il giardino sul mare” tappa obbligata per gli spettacoli

Il caso curioso del 1972, anno in cui ben due manifestazioni disertarono la presenza in città


Fosse stato un giugno anni Settanta, l’atmosfera a Vibo Valentia sarebbe stata ben diversa rispetto a quella attuale. Era il periodo delle continue manifestazioni nazionali e internazionali in città, ce n’era per tutti i gusti. Il 1972, tuttavia, fu particolarmente distintivo per qualche polemica di troppo. Potevamo permetterci, all’epoca, nientemeno che lamentarci con notevole séguito mediatico, se a qualche kermesse itinerante capitava di ignorarci nelle tappe dei tour.


“Il Cantagiro” in Calabria, tranne che a Vibo

Partiamo da una storia mancata per il territorio vibonese. “Il Cantagiro” è ancora oggi garanzia di buona musica: un concorso il cui marchio è conosciuto anche nel resto del mondo, maggiormente prestigioso rispetto a qualsiasi altro. Dalla prima edizione del 1962 si impose quale evento canoro italiano più importante; una vera carovana che, sul modello del “Giro d’Italia”, faceva sosta in ciascuna regione. Il patron, Ezio Radaelli, desiderava scovare nuovi talenti e far esibire i big del tempo: di sera in sera si cambiava luogo e le giurie, popolari, decretavano chi aveva vinto. Il contest estivo, che persiste a obbligare performance dal vivo con un pubblico davanti (diversamente dagli show televisivi), nel 1972 fu al centro di una querelle che coinvolse la Calabria.

L’undicesima edizione, ancora a maggio, riteneva dubbio l’arrivo oltre il Pollino, finora mai superato; le trattative erano in corso, quando già la Sicilia era certa. Cinque centri bruzi si contendevano lo spettacolo, ma almeno tre erano necessari per garantire “Il Cantagiro” in regione: unico assente, il Vibonese. Non fu un dispetto dell’organizzazione, bensì un mancato interesse delle locali Amministrazioni, le quali non si fecero avanti. Le trattative tardavano, evidentemente faceva gola l’ospitamento del primo spettacolo calabrese nella vicenda de “Il Cantagiro”; all’ultimo momento, a sorpresa, tutti fuorché Cosenza si tirarono indietro.


Nato a Vibo, nessuna sosta per il “Cantacalabria”

Il reale problema, contemporaneamente, fu rappresentato dal contingente “Cantacalabria”, quarta edizione però prima estesa al quasi intero Mezzogiorno, il “Cantasud”. La formula del direttore artistico Stelvio Marengo riprendeva l’altra, tanto da soprannominarlo “Il Cantagiro del Sud”; e stavolta la Costa degli Dèi non poteva mancare, grazie alle serate di Briatico e Nicotera, specie tenendo conto che proprio a Vibo Valentia fu ideato il festival dall’imprenditore Saverio Mancini, coadiuvato dal direttore di gara Daniele Piombi. Il numero uno era Mino Reitano, ospite di primo piano, e al vincitore era prevista la consegna del trofeo “Grandi Magazzini Mancini”, messo a disposizione dai vibonesi fratelli Mancini.

La versione del 1972 fu parecchio chiacchierata, il successo aveva raggiunto ogni angolo del Paese. Grande assente, ahinoi, la città valentina: Mancini, a differenza del passato, non aveva potuto seguire la carovana, limitandosi ad accoglierla al Lido degli Aranci per qualche ora di ristoro. E pensare che gli anni precedenti la finalissima dell’evento, sempre in partenza da Vibo Valentia, si era tenuta al Valentini.


Una città tradita

Piombi, storico conduttore del “Cantacalabria-Cantasud”, espresse dispiacere per l’interruzione della tradizione. Nessun premio inoltre per i Comuni del litorale. La comunità parlò di tradimento: la politica cittadina e regionale avevano assicurato sostegno, con quale risultato? L’appoggio promesso, quello sì, fu tradito. Mancini denunciò persino di non aver ricevuto risposta alle lettere di chiarimento inviate. Certo, l’ “Agosto vibonese” si tenne in ogni caso, ma al ritorno turistico di un così imponente veicolo pubblicitario furono tagliate le gambe. Lasciando l’amaro in bocca.

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