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domenica 16 agosto 2020

Fake news di Trump, o fake news su Trump?






Non è mai terminata la campagna denigratoria contro Donald Trump iniziata oramai in vista delle elezioni statunitensi del 2016, è anzi sempre più accesa e mistificatoria in questi ultimi mesi. Per evitare di assistere a una riconferma del presidente concentrato sulla federazione che governa, si arriva spesso a negare la stessa evidenza dei fatti.

Sul carrozzone della disinformazione si vedono salire anche testate pronte a evadere dal proprio campo di attività pur di sposare un ideale più alto. E’ il caso de
Il Sole 24 Ore, specializzato in economia, che il 6 agosto scorso si è avventurato in considerazioni scientifiche: “Facebook rimuove e Twitter blocca video di Trump con false informazioni sul virus”. La notizia, in questo caso, è l’azione portata avanti dai due colossi della comunicazione, ma il giornalista Riccardo Barlaam - i cui argomenti di interesse sono l’economia, la finanza e la politica internazionale, e gli Stati Uniti - ha deciso autonomamente che i materiali incriminati contenessero informazioni errate sull’agente microbico. Di più, perché la teoria del corrispondente è illustrata nel sommario, secondo il quale “il fatto che i bambini sarebbero immuni dal coronavirus” è una “tesi senza fondamento scientifico”. Non si sta parlando, tuttavia, né di una tesi personale né di una posizione controversa, ma dei risultati raccolti nei numerosi mesi toccati dalla diffusione del Sars-Cov-2: secondo la letteratura scientifica attuale, gli individui con età inferiore ai diciotto anni, in condizioni di normalità, sono praticamente incolumi rispetto alla Covid-19, e pertanto non contribuiscono quasi in alcun modo al contagio, non possedendo abbastanza carica virale. La chiusura dell’articolo, inoltre, marca l’accento sui mancati interventi del passato rispetto a due affermazioni false che avrebbero visto il presidente americano come protagonista. Si tira in ballo il presunto suggerimento alla popolazione di ingerire candeggina contro la malattia, ma ciò non è mai avvenuto, nonostante l’avvenimento sia presentato senza alcuna ombra di dubbio. Per di più, si aggiunge la dichiarazione secondo cui l’esposizione alle luci ultraviolette sia in grado di contrastare il virus in questione; ebbene, anche stavolta non si tratta di una strana convinzione appartenente a una minoranza, ma di una scoperta scientifica nota e acclarata da diverso tempo.

Se anche le linee editoriali condotte dalla maggior parte dei media non combaciano esattamente con le politiche di un esponente al governo, l’inganno e la falsificazione dei dati scientifici condivisi a livello internazionale non dovrebbero in alcun caso essere consentite. Donald Trump si appropria di evidenze scientifiche utili alla propria agenda? Libero di farlo, ma questo non comporta la libertà che si arrogano i mezzi di informazione nel confondere le carte in tavola e comunicare visioni prive di fondamenta al pubblico lettore.


4 commenti:

  1. Lo studio da te stesso pubblicato dimostra che Trump ha dichiarato il falso. Mi limiterò a trascrivere il passaggio che credo ti sia sfuggito (pagina 3, epidemiologia):
    “In several contact tracing studies, children do not seem to be the usual source of infection in most cases. Based on the data currently published, it seems that children have not been a major vector for transmission in the current pandemic, but further information is needed to draw clear conclusions. Whether this lower propensity to acquire and transmit the infection is due to biological resistance or due to less exposure is still a question to be answered”. Nota bene: “further information is needed to draw clear conclusions”.
    Quindi per ricapitolare: la dichiarazioni di Trump, ovvero: “kids are almost immune to corona virus” è falsa. Primo perché non si può essere “quasi immuni” ad una malattia qualsiasi (se la contrai vuol dire che non sei immune) e seconda cosa perché esistono casi di corona virus tra giovanissimi (pagina 3, symptoms):
    “At the time of writing, at least 3473 COVID-19 cases had been reported in children, but detailed data remain scarce”.
    È ancora presto per trarre conclusioni sul numero di bambini infetti, ma si può affermare con certezza che non sono immuni, e lo studio da te condiviso lo dimostra.

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  2. Purtroppo gli articoli della rubrica vanno letti con attenzione: ogni parola ha un preciso significato e ogni frase è estremamente soppesata. Ugualmente con attenzione bisogna saper correttamente leggere, interpretare e contestualizzare le produzioni scientifiche ("non si nasce imparati"). Nello studio citato si dice esattamente ciò da me riportato: secondo le conoscenze attuali, in condizioni di normalità, i bambini sono praticamente incolumi rispetto alla Covid-19 e non contribuiscono quasi in alcun modo al contagio. L'affermazione di Trump è pertanto fondata. Occhio inoltre alla distinzione tra infezione e malattia (se si contrae l'infezione da un microbo, ovvero questo è presente nel nostro organismo, non vuol dire in alcun modo che si sia contratta una malattia da questo concausata). Come sempre, quello fotografato è lo stato dell'arte della nostra conoscenza sul tema; la discussione verte sulle sue implicazioni sociali.

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  3. Mi sapresti indicare dove, nello studio da te riportato, viene dichiarato che “i bambini sono praticamente incolumi rispetto alla COVID-19”? Inoltre vorrei precisare che i bambini possono contrarre la malattia e possono essere infettati dalla COVID-19. Anche queste sono informazioni riportate nello studio a cui fai riferimento.

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  4. Comprendo la foga del commentare, ma non perdo tempo con chi continua a mettere in dubbio ciò che scrivo senza mostrare di avere competenze in materia. Precisi una cosa che non ho negato, proprio perché è la letteratura attuale a non negarla. Prima di intervenire in una discussione, si studi. Grazie.

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