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domenica 9 agosto 2020

Non servono prove, se accusi Putin e la Russia






L’onere della prova spetta a chi intenda dimostrare una tesi, eccetto quando il bersaglio corrisponde al “diverso” da noi.

A maggior ragione se si tratta della Russia, in mano a uno zar, l’onere probatorio lascia il posto all’accusa gratuita. Secondo un articolo de La Repubblica, pubblicato il 2 agosto, “Romania, la disinformazione russa dietro alle teorie negazioniste del coronavirus”. Un titolo sbadatamente privo di punto interrogativo - necessario poiché riporta le interpretazioni di un sito Internet informativo che nulla dimostra in via definitiva nel proprio scritto - , e che mostra un uso improprio dell’aggettivo “negazionista”. Quella che viene presentata nel sommario come inchiesta del sito riportato, Politico Europe, è in verità una notizia lanciata il 29 luglio dal New York Times Post per dare eco alle parole di Corina Rebegea, sostenitrice della tesi in questione. Ma Andrea Tarquini, che ricordiamo per le informazioni errate sulla Svezia, scivola anche citando il sito Sputnik nella versione romena: secondo il giornalista, dall’inchiesta emerge la sua centralità nel sostenimento di “campagne anti-mascherine rivolte soprattutto ai giovani”; eppure, leggendo l’articolo preso a modello dal giornale italiano, si nota come a parlare di tale argomento sia Raed Arafat, membro del governo, mentre l’agenzia di stampa internazionale è tirata in ballo solo più avanti, parlando in generale di “disinformazione”. L’accusa lanciata dalla dirigente del Center for European Policy Analysis sostiene il ruolo attivo della piattaforma Sputnik nella promozione di “teorie cospirative” sul virus, ma basta visitare l’edizione presente in Romania per verificare che la sua colpa è semmai quella di dare spazio anche a notizie che pongono dubbi. Pura invenzione dell’articolo italiano sono poi i “troll di Putin”, a cui si associa il lancio di “bombe sporche”; non solo, perché apprendiamo anche che la tesi da questi appoggiata prevederebbe “una cospirazione dei servizi d’intelligence occidentali”. Inutile dire che nulla di ciò è documentato, né tra le righe dell’articolo originale, né tra quelle del sito citato. E quando invece l’articolista trascrive un dato che ha sì una fonte, oltre ai due testi, aggiunge però un tocco di immaginazione: secondo il sondaggio nominato, il 41% delle persone intervistate crede che il Sars-Cov-2 sia un’arma biologica statunitense creata per dominare il mondo, e non “una macchinazione dei servizi segreti occidentali piuttosto che una minaccia reale”. L’ipotesi che il virus sia ingegnerizzato non comporta la sua non pericolosità.

E come mai non troviamo scritto che Politico Europe non è altro che la versione europea del quotidiano americano Politico? O che il Cepa è un istituto americano dichiaratamente atlantista? O che il sondaggio menzionato è stato portato avanti da un centro legato all’Unione Europea? Ma la propaganda è solo quella degli altri.


6 commenti:

  1. Non entrerò nel merito dell’articolo de La Repubblica ma penso che dovresti prestare attenzione ad alcune cose ormai comprovate, ovvero il ruolo della Russia nella diffusione di notizie false atte a compromettere il dibattito pubblico in merito all’epidemia.
    Qui trovi un articolo di Reuters (una tra le testate giornalistiche più imparziali, e sopratutto fattuali):
    https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-disinformation/russia-deploying-coronavirus-disinformation-to-sow-panic-in-west-eu-document-says-idUSKBN21518F
    Qui trovi in dettaglio i reports del Servizio europeo per l’azione esterna con tutte le fake news incriminate:
    https://euvsdisinfo.eu/eeas-special-report-update-2-22-april/
    https://euvsdisinfo.eu/eeas-special-report-update-short-assessment-of-narratives-and-disinformation-around-the-covid19-pandemic-updated-23-april-18-may/

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  2. Gli articoli qui proposti sono similari a quelli sopra citati: si fa una grande accozzaglia di situazioni diverse (alcune sono realmente notizie senza fondamenta, altre invece no, proprio come nel sondaggio da me citato in chiusura, ma nulla ha a che fare con una ipotetica "disinformazione russa"), e pertanto le conclusioni da tirare sono le medesime. Semmai, i media occidentali, purtroppo, continuano ancora oggi a diffondere senza soluzione di continuità notizie non scientificamente fondate, mentre le varie versioni di Sputnik, ad esempio (cito questo visto che se ne parla nel mio articolo), forniscono informazioni più complete e imparziali. Basta vedere l'informazione dei nostri Paesi, e di quelli non allineati con gli Stati Uniti, sin da gennaio per comprendere come stiano realmente andando le cose: siamo immersi in una propaganda anti-scientifica che viene continuamente smentita dagli avvenimenti e dalle scoperte che si susseguono.

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    1. Purtroppo non basta liquidare tutto come “un’accozzaglia di situazioni diverse tra cui notizie senza fondamenta”. Ora l’onere della prova sta a te, e ti tocca dimostrare perché il lavoro svolto dal Servizio europeo per la commissione esterna è errato. Gli esempi riportati sono tanti; prendi “Der fehlende Part” ad esempio (un periodico di proprietà di RT Deutsch, finanziato dal Kremlino e con una certa propensione alla diffusione di fake news): https://youtu.be/TzTr_RjtgUk oppure questo report: https://about.fb.com/wp-content/uploads/2020/05/April-2020-CIB-Report.pdf un’analisi delle notizie false diffuse tramite Facebook (tra le quali molte provenienti da network di origine russa). Di esempi ce ne sono a fiotti e continuano a venirne fuori di nuovi.
      Che tu faccia affidamento Sputnik News è quantomeno drammatico, ed un piccolo sguardo alla loro storia ti dimostrerà perché dico questo: https://mediabiasfactcheck.com/sputnik-news/
      È una delle fonti d’informazione meno affidabili è più biased che tu possa trovare in rete.

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  3. Pur non spettando a me il compito di verificare i link postati dagli utenti (è responsabilità di ciascuno acquisire le competenze necessarie per farlo, proprio questo è l'obiettivo della rubrica, non bisogna sempre aspettare che qualcun altro ci indichi una via da seguire), segnalo che in molti di questi link trovo etichettate come "fake news" notizie in realtà documentate e supportate sia dagli studi pubblicati sia dagli avvenimenti che si sono susseguiti (dalle varie informazioni sul virus fino ad altre questioni, come la guerra in Siria e gli elmetti bianchi). Attenzione infatti alla fallacia argomentativa dell'ipse dixit, che certamente chi come me si è laureato in materie filosofiche conosce: mai affidarsi a report che dicono di aver analizzato qualcosa, ma sempre porre sotto verifica sia il metodo usato sia il bacino di contenuti attenzionato. Proprio Sputnik, ad esempio, è stato protagonista della corretta informazione in questi mesi sulla Covid-19, poiché ha dato spazio agli esperti che sin dall'inizio mettevano in guardia sulla realtà scientifica relativa all'epidemia, e che settimana dopo settimana hanno visto sempre confermare le proprie affermazioni. Al contrario, i media occidentali mainstream non ne hanno praticamente mai azzeccata una, semplicemente perché lontani dalla realtà letteraria e clinica. Apriamo gli occhi sulla propaganda in cui purtroppo siamo immersi, e consideriamo inoltre che in informatica è raro avere certezza sulla provenienza degli indirizzi IP, senza tralasciare la Storia della Federazione Russa, lontana da ingerenze in altri Paesi (cosa che non si può certo dire degli Stati Uniti). Ma non andiamo fuori tema nella discussione e atteniamoci ai dati che smascherano la russofobia dell'articolo citato.

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    1. Le mie conclusioni sono fondate, le tue molto meno, dato che né nel tuo articolo e né in questi commenti hai indicato alcuna prova che dimostri che lo studio condotto dalla SAEA sia errato. Non può essere contemporaneamente vero ciò che dico ed il contrario di ciò che dico, quindi o c’è una terza opzione che né tu e né io stiamo considerando (molto poco probabile), oppure qualcuno qui è nel torto. Per la quantità di prove (solide e verificate) su cui si fonda la mia opinione, posso affermare che quello sicuramente non sono io.
      “In molti di questi link” non è una prova concreta. Quella roba che hai scritto sull’informatica è falsissima, ma non hai idea di come funzioni quindi evitiamo.
      Ti stai arrampicando sugli specchi. Non mi hai dato ancora nessuna prova concreta che dimostri che non esista alcun tipo di ingerenza russa nei media occidentali atta a compromettere il dibattito pubblico sul corona virus. I tuoi argomenti son campati in aria e come ti ho già fatto notare, Sputnik news non è una fonte attendibile. Non è perché il contenuto di un articolo si allinea con i risultati di due o tre articoletti pescati ad hoc da una rivista scientifica che diventa una fonte affidabile.

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  4. L'assente consequenzialità tra le risposte e la qualità dell'ultimo commento, totalmente insensato rispetto alle precedenti mie precisazioni, mi impediscono di proseguire a commentare. Non accetto risibili giudizi in merito alla mia persona e alle mie competenze, cui neppure replico, e anzi sottolineo ciò che ho già affermato.

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