Concluse le serate di Titti Preta sui drammi in cartellone, c’è tempo fino a luglio per assistervi

Titti Preta a "Il Salottino"
Portate a termine le “Conversazioni sui miti greci” di Titti Preta nella sede operativa dell’Associazione Socio-Culturale Vibo Valentia Città antica-Storia e società, con la speranza di una replica per il 2026. La docente di scienze antichistiche presso il Liceo Classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia ha edotto “Il Salottino”, nell’ultimo appuntamento, sulla tragedia “Edipo a Colono” di Sofocle e sulla commedia “Lisistrata” di Aristofane. Un seminario letterario e teatrale a cavaliere tra passato e presente, con un focus sulle attualizzazioni contemporanee dei drammi: l’arte attoriale può dirsi compiuta purché installata sull’inscenamento degli imperituri spettacoli elladici, occasione vincolante di affinamento per le doti interpretative. «Siamo tutti Greci quando parliamo e pensiamo, e non lo sappiamo», ha sentenziato la scrittrice, «ma chi lo sa deve farlo sapere!».
Edipo (o Sofocle?) a Colono
Il testo dell’ “Edipo a Colono” sofocleo, pare non rivisto, fu trovato di fra i papiri dell’autore dopo la sua morte, occorsa nel 406 a. C. alla ragguardevole età di 90 anni. Rappresentata solo a seguito della sconfitta ateniese nella Guerra del Peloponneso, l’opera è dotata di venature soggettivistiche: fanno eco i disastri personali e pubblici che afflissero il periodo conclusivo della sua esistenza. Dietro il vecchio e cieco Edipo, livoroso quanto determinato, Sofocle; un reietto in vita sublimato in eroe postumo, nella finzione come nella realtà. Devoti agli dèi l’uno e l’altro, volenterosi sempre di agire con rettitudine.
L’ “Edipo a Colono” rappresentato a Siracusa nel 1936, con la direzione artistica di Franco Liberati
Secondo una tradizione, all’incirca alla soglia della dipartita il tragediografo fu portato in tribunale dal figlio Iofone, drammaturgo non altrettanto talentuoso, per essere giudicato incapace di intendere e volere, così da subire l’interdizione. Per tutta risposta, l’anziano tirò fuori dalle bianche pieghe del peplo un rotolo, leggendo un brano del componimento che aveva appena terminato. Forse, a sentire qualcuno, lo recitò persino integralmente a memoria. L’assoluzione fu inevitabile. Autobiografico, indubitabilmente, e di concerto critico, alla maniera sofoclea, contro la democrazia ateniese e in favore della nobile aristocrazia, nonché rivelatorio della corruzione politica e valoriale.
Autobiografismo tragico e comico
Edipo rivendica in maniera incessante la propria innocenza di fronte agli abomini verificatisi, e non si fa fatica a vedere in trasparenza gli errori in cui Sofocle inciampò nella gestione cittadina. A Colono il primo morì e il secondo nacque. Dalla più estesa delle tragedie greche superstiti, con 1.779 versi, capolavoro per coerenza strutturale e sperimentazione di registri, si è voltato pagina passando all’ironica produzione aristofanea. Messa in scena poco prima del congedo sofocleo, il commediografo volle con la “Lisistrata” richiamare gli animi alla pace, turbati allo sfinimento da insensati combattimenti senza fine.
Missione da affidare, ormai, necessariamente a una donna, denominata “Scioglieserciti”, tantoché nessun’altra sua commedia riporta come titolo un nome femminile. Ciò che risulta impossibile nel contingente, diviene concreto nell’immaginazione: l’autore, pasdaràn indefettibile di una democrazia perfetta e reazionaria, si spinse a lanciare un messaggio valido per l’umanità di ogni tempo. Non rinunciando a una comicità straordinaria, data da battute e tempi modernissimi.
Appuntamento a Siracusa
La 60^ stagione del Teatro greco siracusano, organizzata dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, si terrà fino al 6 luglio con “Edipo a Colono” (Sofocle), “Elettra”, (Sofocle), “Lisistrata” (Aristofane) e “Iliade” (Omero). «L’antichità ci arricchisce la vita», ha ricordato Titti Preta, «l’umanesimo è l’unica soluzione alla monotonia di una vita sprecata dietro facili promesse».
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