Un viaggio che attraversa tutte le correnti poetiche dalle avanguardie alla contemporaneità
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Domenico Muratore e il suo volume sulla poesia del Novecento |
Una cesura senza precedenti rispetto al passato, quella esperita nel Novecento anche dalla poesia. Il secolo breve, il secolo dell’inedito avviò una stagione di nuove estetiche, abbandonando il “cuore e sentimento” tipico della trascorsa sensibilità. Le passioni personali, figura di una forma ordinata nel verso, lasciarono il posto al caos che ciclicamente compare nei fenomeni che si evolvono, in un’alternanza atavica di facimento e disfacimento. Innumerabili le correnti sorte in cento anni, sempre tuttavia in qualche maniera legate l’una con l’altra: dal decadentismo, degradazione del precedente romanticismo, alla poesia elettronica, figlia degli strumenti digitali.
Domenico Muratore, artista poliedrico
Qualche giorno fa ricorreva il primo anniversario del ponderoso saggio “Versi del Novecento”, steso dall’autore vibonese Domenico Muratore. Docente di lingue presso le scuole superiori ed estensore di testi che spaziano tra le più disparate tematiche, non ha mai disdegnato la produzione artistica fin dalla giovinezza. Ha affinato le proprie tecniche nelle arti figurative, dando seguito a una naturale predisposizione con la frequentazione di corsi all’Accademia di Brera, grazie ai quali si è specializzato in grafica e restauro. Le sue mostre, ospitate pure all’estero, condensano nell’oggettività il rapporto che unisce materia e forma, un connubio cristallizzato negli esatti momenti della nascita e della dissoluzione: le opere sembrano sprigionare elementi pregni di tutto lo spettro cromatico, con un colore che quasi prende vita muovendosi sulla superficie.
Composizione e decomposizione che lo scrittore, artista e critico d’arte riversa in realizzazioni dai materiali talvolta insoliti, frutto di sperimentazioni pluridecennali che al pubblico spettatore sanno richiamare il gusto dell’antico, delle rovine, del non finito. Mezzo di espressione è inoltre per lui la stessa arte poetica, non limitandosi a studiarla accademicamente quanto testandosi nella sua generazione. Nei suoi componimenti si nota un verseggiare che trova nutrimento nell’energia vitale sprigionantesi dalla materia originaria e confluente nell’organizzazione delle forme visibili; da segnalare la sua raccolta “Il tempo negato” del 2020, plastico esempio di poesia contemporanea.
Fare poesia al giorno d’oggi
I fermenti estetici novecenteschi, emancipandosi dagli intimismi già collaudati, esprimevano nostalgie e corrispondenze che traumaticamente rompevano con la tradizione, intersecandosi a fasi alterne con gli avvenimenti storici e il progresso tecnoscientifico. Così fino all’era postmoderna di fine Novecento, quando a farla da padrona è stata l’ironia a mo’ di ribellione contro il precipitare degli eventi geopolitici mondiali: poesia civile di protesta, soggettiva e non classificabile, che ci impedisce di tornare indietro nel fare poetico.
Oggi la poesia è digitale, perché mediata da dispositivi digitali, e interattiva, perché il destinatario vi prende parte. Questa rivoluzione sta giungendo (come troppo spesso) dal Nuovo Mondo, un paradigma inesplorato che affianca ai classici ingredienti delle liriche una certa dose di multimedialità e dinamismo. Chi legge può contribuire al testo, modificandolo a piacimento con una personalizzazione e approfondendolo con espansioni secondo il proprio gusto.
Pubblicare con la Domur Edizioni
Domenico Muratore si fa inoltre promotore di cultura con la casa editrice telematica che dirige, la Domur Edizioni, attenta ad appagare la curiosità di lettrici e lettori pieni di curiosità nei diversi campi del sapere. L’azienda è sempre pronta ad accogliere proposte di ogni genere letterario, con una supervisione all’altezza del compito. Basta sfogliare il catalogo online per perdersi nei rivoli più sorprendenti di arte, scienza ed esoterismo.
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