sabato 11 luglio 2020

Ecco ‘Lo Scettico’: tremino “i professionisti dell’informazione”!






Ci avevano detto di prendere l’ombrello, ma uscendo non c’era una nuvola. Ci avevano parlato di asini volanti, ma non trovammo mai le loro fonti. Ci avevano rassicurato sulle loro azioni, ma fummo imbavagliati per non porre domande.

Avevano, perché il loro mondo non può continuare. Non è necessario conoscere la posizione della libertà di stampa italiana rispetto al resto del mondo per rendersi conto di come quotidianamente il nostro popolo venga informato - o meglio, riceva notizie - da chi si autoproclama depositario di autorevolezza e verità. Negli ultimi tempi mi sono divertito a scandagliare giorno per giorno i mezzi di informazione mainstream, scoprendoli non senza sorpresa e sconforto pieni di fake news, come amano dire loro, e ricostruzioni fantasiose. Una vera e propria mitologia che attende di essere demistificata, adesso. Nasce da oggi un nuovo spazio al servizio di tutta la cittadinanza, urgente più che mai se la democrazia italiana non vuole rischiare di fare una brutta fine. Ogni domenica ‘Lo Scettico’ entrerà in campo per smontare pezzo dopo pezzo una notizia trasmessa a livello nazionale nella settimana precedente, approfondendo tutti quegli argomenti che inevitabilmente hanno ripercussioni sulla vita di tutte le italiane e tutti gli italiani. Facendo del dubbio il mio faro nella notte - “dubium sapientiae initium” - , metterò sul tavolo della discussione i dati oggettivi separati dalle loro interpretazioni, chiarendo ciò che loro confondono. Li analizzeremo insieme con scetticismo, ovvero senza preconcetti e senza dover necessariamente giungere a una conclusione: lo faremo solo se le condizioni lo permetteranno. Uno spazio condiviso dunque, perché dopo ogni mia analisi la palla passerà a voi, che nei commenti potrete condividere con la nostra comunità i vostri pensieri al riguardo. E la vostra collaborazione potrà avvenire anche a monte, segnalando via e-mail a ‘Lo Scettico’ notizie problematiche da discutere insieme. Solo insieme vinceremo la battaglia.

Le critiche non mancheranno, perché la credibilità di cui godevano prima va sempre più scemando inesorabilmente. Noi sappiamo infatti che la ricerca della verità è possibile a una condizione: il dialogo. Non crediamo nelle censure, non crediamo negli oscurantismi; i mesi appena trascorsi ci dànno ragione. Non seguiremo la strada di chi ciecamente si affida alle élite editoriali, né quella di chi non vuole credere a nulla per partito preso. E non tacceremo nessuno con facili etichette, funzionali soltanto a evitare dibattiti sui temi in questione. Quello che loro oggi chiamano complottismo, un tempo si chiamava giornalismo.


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