martedì 3 settembre 2024

Paralimpiadi 2024 a Parigi: anche un giovane ballerino vibonese nella cerimonia di apertura

Mario Raffaele Laterza ha danzato in diretta televisiva con colleghe e colleghi provenienti da ogni parte del mondo


L’intero globo terracqueo ha tenuto gli occhi fissi sugli schermi per visionare in diretta uno fra gli eventi più attesi del nostro tempo, eppure quasi nessuno era a conoscenza dei nomi dei suoi veri protagonisti. Rendiamo giustizia a uno di loro che ci tocca molto da vicino.

Mercoledì 28 agosto la XVII edizione dei Giochi Paralimpici, che si concluderanno domenica prossima, è stata inaugurata in una coreografia svoltasi dagli Champs-Elysées a Place de la Concorde, lasciate alle spalle le limitazioni regolamentate in epoca Covid. Dal cuore della capitale il direttore artistico Thomas Jolly ha guidato uno spettacolo vòlto a “mettere in mostra gli atleti paralimpici e i valori che rappresentano”, “una magnifica fonte di ispirazione” con “performance mai viste prima in uno spettacolo che unirà gli spettatori e il pubblico televisivo di tutto il mondo attorno allo spirito unico dei Giochi Paralimpici”.

In mezzo alle persone che hanno sfilato sul celebre viale, a danzare si intravedeva un ragazzo italiano abbastanza noto nel settore: Mario Raffaele Laterza, nato nel 1993 a Vibo Valentia.


Era ancora fanciullo quando Mario, colpito dal magico universo della danza, avviò la propria formazione frequentando la scuola Margot Fonteyn-Associazione di Danza di Graziella Teti, nella quale tante soddisfazioni vennero a riempire il suo cuore partecipando a diverse iniziative e ottenendo gratificanti riconoscimenti. Successivamente andò a Roma per perfezionarsi presso la Dance Arts Faculty, uno dei maggiori centri di formazione e perfezionamento per la danza classica e contemporanea a livello internazionale. Presto entrò a far parte della compagnia Spellbound Contemporary Ballet, realtà di punta nella rappresentanza italiana su scala planetaria con la direzione artistica di Mauro Astolfi e generale di Valentina Marini, e da allora iniziò a far l’abitudine con le esibizioni oltralpe. Specializzato nella disciplina della danza contemporanea, collabora attualmente come assistente e docente in numerose accademie.


I comunicati stampa, in vista della cerimonia, hanno parlato di una nuova Rivoluzione francese, la “Rivoluzione paralimpica”: mettere in luce i paradossi della società moderna, in cui le persone con difficoltà fisiche vengono celebrate sul campo sportivo ma devono affrontare variegati ostacoli in una quotidianità non adatta a loro, ammirate e compatite, attenzionate ma invisibili. Al grido dello slogan “dalla discordia alla concordia”, lo spettacolo è stato configurato come il primo nel suo genere, una parata che ha rifiutato di svolgersi internamente ai confini di uno stadio. Tony Estanguet, presidente del Comitato organizzatore di Parigi 2024, lungi dal riportare alla memoria dei cugini francesi gli orrori di Terrore e violenze si è affrettato a chiarire che questa sarà una “rivoluzione positiva”. – Benvenuti nel Paese dell’amore e della rivoluzione. Non preoccupatevi: stasera non ci sarà l’assalto alla Bastiglia, né la ghigliottina. Perché questa sera è l’inizio della più bella delle rivoluzioni – , ha tuonato accompagnato dai rumorosi applausi della platea; poi ha proseguito: – Stasera i rivoluzionari siete voi, gli atleti. Come i nostri antenati con i loro berretti frigi, avete grinta e audacia. Come tutti i rivoluzionari del mondo, avete coraggio e determinazione. Come loro, state combattendo per una causa che è più grande di voi – .

Al di là dei proclami da salotto televisivo, il gusto che ha caratterizzato la kermesse è stato decisamente più alto di quello mostrato nell’analoga cerimonia delle Olimpiadi.

Qualche utente in rete ha lamentato un’eccessiva durata delle esibizioni, ritenendole ripetitive. Noi invece abbiamo conosciuto meglio un’eccellenza vibonese finora non opportunamente valorizzata.

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