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giovedì 21 settembre 2017

La Ferrara dei Templari



La Storia è beffarda, specialmente quando si cerca di cancellare dalle sue pagine interi capitoli scomodi o troppo pericolosi. La dantesca legge del contrappasso non vale soltanto per l’oltretomba, spesso chi è vittima di una damnatio memoriae diventa infatti inaspettatamente protagonista delle epoche successive. Tanto da cambiarle.
Proprio questo sembra essere stato il destino dell’ordine religioso e cavalleresco più famoso di sempre: i Templari. Il nome è certo leggendario e ce lo conferma un recente sondaggio, secondo cui si trova tra le cinque parole ritenute più affascinanti da ragazze e ragazzi di oggi. Al di là dei miti costruiti da romanzi e film d’avventura, tuttavia, la loro vicenda è per alcuni tratti ancora misteriosa, ma per altri decisamente definita e chiara. Vennero chiamati così perchè i primi nove cavalieri, a partire dal 1118, ebbero come propria residenza in Terrasanta un palazzo che sorgeva sulle antiche vestigia del Tempio di Salomone. Era l’indomani della prima crociata, il loro compito era proteggere i pellegrini e contrastare la presenza musulmana nei luoghi sacri per la cristianità.

Col passare del tempo divennero però molto potenti, basti pensare che diedero vita al primo sistema bancario moderno e fu proprio una motivazione economica la causa della loro fine, del loro sterminio. Una ricchezza che derivava dalle offerte dei penitenti, dai proventi per i servizi militari, dalle enormi estensioni di territorio donate da sovrani e papi. Addirittura Innocenzo III stabilì che non dovevano obbedienza ad alcun potere statale o ecclesiastico tranne che al papa; inoltre erano esonerati dal pagamento di qualsiasi somma. Ma non è finita qui: l’Ordine divenne anche il consulente, l’amministratore e il depositario dell’erario dei regni di Francia, Inghilterra e Aragona. E proprio la Francia, nella persona del suo re Filippo il Bello, aveva maturato un enorme debito nei suoi confronti. Nessuna voglia di estinguerlo. Un debito che costerà la vita ai Cavalieri del Tempio, costretti a confessare peccati mai commessi, provocando lo scioglimento definitivo dell’Ordine. La notte di venerdì 13 ottobre 1307 – da qui nasce la superstizione legata a questo giorno nefasto – vennero arrestati in massa: era l’inizio della fine.

La loro è stata dunque una presenza capillare in tutta Europa e, grazie a studi attenti e scrupolosi, anche a Ferrara è stato confermato ufficialmente ormai da anni il loro passaggio, nonostante la damnatio memoriae decretata da Giovanni XXII. Tra le testimonianze che possiamo trovare ancora oggi, una si trova sotto, o meglio sopra, gli occhi di tutti: è un bassorilievo che possiamo osservare sulla facciata della Cattedrale, sopra la volta che conduce in via degli Adelardi, raffigurante proprio un cavaliere templare. Un cavaliere che fu molto importante per la città, anzi, nel periodo in cui visse egli fu certamente il ferrarese più importante e influente: era Guglielmo III degli Adelardi, governatore di Ferrara, che aveva avuto modo di vedere i Cavalieri del Tempio proprio in Terrasanta e ne era rimasto talmente affascinato da prendere i voti, diventando così Cavaliere Professo. Un alto grado che fu rappresentato simbolicamente nello stemma di famiglia.
Questo per quanto riguarda la Cattedrale di oggi. Ma se tornassimo indietro di centinaia di anni, troveremmo un altro indizio, sempre riferibile a Guglielmo III, questa volta sul fianco meridionale della costruzione. L’ormai murata Porta dei pellegrini, utilizzata come varco di uscita per i pellegrini diretti a sud, e della quale non abbiamo più tracce, era un tempo decorata da sculture che fortunatamente sono giunte sino a noi, seppur in maniera frammentaria. Sono le Formelle dei mesi, rappresentazioni allegoriche per ogni mese dell’anno. Ce ne interessa ora una in particolare: maggio, il mese in cui gli stenti dei contadini dovevano lasciare il posto ai divertimenti degli aristocratici, è personificato da un cavaliere, del tutto simile a quello della facciata, anch’egli vestito da templare.
Ma la vera sorpresa è un’altra. Nell’ex chiesa di San Giacomo, oggi sconsacrata, il fondatore dell’Ordine dei Templari, Hugues de Payns, starebbe riposando da quasi mille anni

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